Corso di Karate Doo:
• Attività correttiva (per patologie alla schiena ed articolari) •
• Crescita sana (rafforzamento osseo e muscolare) •
• Attività Ludica (il gioco-karate come educazione motoria di coordinazione e concentrazione) •
• Abitua alla sportività e all'umiltà •
• Favorisce l'agilità, il potenziamento e l'elasticità muscolare •
• Educa al rispetto per il prossimo •
• Insegna tecnica e disciplina •
• Necessita autocontrollo •
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Cosa è il Karate Doo?
Per comprendere il significato di DOO e Karate Doo, bisogna tornare a pochi secoli indietro nella storia del Giappone. Dopo un momento particolarmente travagliato, il Giappone ha goduto di un eccezionale periodo di pace che durò due secoli e mezzo: il periodo Edo (1602 - 1867). Le arti marziali quindi persero la loro utilità dei tempi in cui si era continuamente in guerra.
Sotto l'influenza della filosofia Zen, la pratica della ricerca di sé divenne la vera base delle arti marziali. Oltre ad una tecnica per combattere, divenne anche un mezzo, un percorso (doo) di evoluzione spirituale. Questa è l'unicità e la ricchezza delle arti marziali ancora tutt’oggi vigente tra i giapponesi.
In Cina, il luogo di nascita del kempo, la prima arte marziale cinese, che più tardi sarebbe diventato parte integrante del karate, le tecniche di combattimento erano rivolte alla sola ricerca per combattere in modo efficace. La lotta delle tecniche di Okinawa (isola al sud del Giappone dove è nato il karate), contro quelle importate dalla Cina, non ha pretese filosofiche. Esse sono state principalmente al servizio della pubblica utilità. Quando il Maestro Funakoshi le introdusse in Giappone nel 1921 esse erano conosciuti come "Mano della Cina".
Così è stato fino al 1929 quando ha cambiato l'ideogramma "Cina mano" per "vuota mano", che fornisce una dimensione filosofica al Karate, ispirato da un sutra buddista sul nulla. Ciò si può anche notare dal primo libro del Maestro Funakoshi, pubblicato nel 1922, che fu intitolato "Ryukyu Kempo Karate", mentre la seconda edizione, pubblicata nel 1935, è stata intitolata "Karate-Doo Kyohan".
Il Karate, inizialmente, nasce come sistema di combattimento, cioè un insieme completo di tecniche di difesa e contrattacco. Il Karate Doo, la Via del Karate, è un percorso più orientato verso la ricerca personale. La tecnica del Karate diviene, in questo contesto, uno strumento per la conoscenza di sé influenzato dallo Zen. I giapponesi hanno fatto di molteplici attività delle vie di sviluppo e ricerca personale come: le Arti Marziali(Bu doo), la cerimonia del tè(Cha doo) o l’arte del disporre i fiori(Ikebana) ed altre ancora.
La preoccupazione del Maestro Funakoshi fu quella di proporre il Karate ai giapponesi dandone la stessa filosofia che è evidente in tutte le arti marziali (Budoo) di origine giapponese (Kyudoo, Iaidoo, Aikidoo, Judoo,Kendoo ...); poichè tutte le arti giapponesi ha la stessa ambizione.
Da notare per inciso che "Budoo", che di solito è tradotto come "arti marziali", "tecniche di guerra" in realtà significa "fermare le lance", cioè "tecniche di pace".
Ci sono due modi per fermare le lance (la guerra):
- Essere forte nella dissuasione.
- Essere pacifici. Senza odio o senso di aggressione, per non generare conflitto ma piuttosto placarlo.
Il Karate soddisfa il primo punto; il Karate Doo appaga anche il secondo. Il Maestro Egami ha detto: "Prima di tutto bisogna praticare il karate come tecnica di combattimento e poi, attraverso l'esperienza di essa ed acquisito un certo stato d'animo, aprirsi a un nuovo orizzonte; l’unione dell’uno all’altro (Jitta Ittai).
Attraverso il Karate, si mira a migliorare continuamente sia il fisico che il progresso tecnico, accompagnati da una crescita mentale e spirituale; tutto ciò facendo attenzione a non creare una separazione tra i due piani. La diatriba del Karate è che esso sia nato per una ricerca tecnica ed è strettamente legato ad essa. Ciò è ridicolo in quanto bisogna comunque considerare la sua matrice Zen strettamente legata all'arte tecnica. Quindi, nel Karate Doo, ciò che è importante è la realizzazione del discorso filosofico. Questo modo di praticare crea una certa crescita personale dell’adepto.
Un altro errore è quello di cercare risposte al di fuori del Karatedoo. Un accumulano filosofico e spirituale di conoscenze importanti, ma che non hanno alcun legame con la praticata Karatedoo. Essa conduce ad una certa curiosità intellettuale che in molti è normale e naturale. Ma se vogliamo l'accesso al rango di karateka, la sua pratica deve rendere progressi a tutti i livelli dell’essere umano.
Anche se il Karate e lo Zen hanno temi di ricerca comuni, non sempre si ottengono nello Zen risposte che vanno cercate anche attraverso il Karate. Per cui con la scelta di praticare Karate Doo, si decide di lavorare col proprio corpo. Questo lavoro ci fa crescere. Corpo e la mente sono uno, ma il nostro approccio alla loro unione viene dalla pratica. Essa ha la caratteristica di essere divertente ma anche molto dura. Bisogna praticare con passione e determinazione, ma anche con discernimento ed apertura.
Il Karate Doo è Shotokai.
Contraddistinto e caratterizzato dalla flessibilità tecnica, espressa da movimenti fluidi circolari ed allo stesso tempo forti e determinati, è completamente rivolto alla ricerca della più profonda auto-consapevolezza ed armonia con gli altri. Questo è il motivo per cui, nella continuità dell’insegnamento del Maestro Funakoshi ed Egami, si è sempre tenuto lontano dai campi di gara, che ha trasformato il Karate in sport.